Fedez risponde a Ghali nel podcast Pulp, criticando il suo post sul silenzio dei rapper italiani riguardo alla guerra a Gaza.
Dopo la confessione gravissima di qualche settimana fa nel suo podcast, Fedez è tornato a esporsi pubblicamente rispondendo al post pubblicato da Ghali circa una settimana fa, in cui il collega accusava i rapper italiani di non aver preso posizione sul conflitto a Gaza. Un attacco frontale, che l’ex marito di Chiara Ferragni non ha ignorato.

Fedez replica alle accuse di Ghali sulla guerra a Gaza
Nel podcast Pulp, come riportato da Fanpage, Fedez ha aperto una parentesi sul post di Ghali, definendo la sua presa di posizione una “retorica che non funziona“. Ricordando gli inizi della carriera del collega, ha dichiarato: “Conosco Ghali da tanti anni. L’ho conosciuto in strada, l’ho portato in tour con me inizialmente. Era nel periodo 2010, 2011, in cui io ho sempre affrontato tematiche politiche. Ho fatto varie canzoni in cui parlavo del conflitto israelo palestinese“.
Secondo l’ex marito di Chiara Ferragni, il post pubblicato del collega appare fuori luogo, soprattutto se confrontato con il proprio impegno di oltre dieci anni fa. Ha quindi domandato provocatoriamente: “Dov’eri 11 anni fa?“. Ha anche espresso apprezzamento per le manifestazioni reali a sostegno della causa palestinese, ma ha criticato fortemente l’atteggiamento del collega: “Quando vedo queste cose qui invece, mi cadono le p***e“.
“Dallo stop al genocidio allo spot al genocidio”
In particolare, Fedez ha puntato il dito contro alcune collaborazioni di Ghali con grandi marchi, tra cui Ikea e McDonald’s, sostenendo che anche questi brand abbiano legami con Israele. “La stessa retorica che tu stai facendo agli altri, lo stesso moralismo lo possono fare gli altri su di te Ghali“, ha detto nel podcast.
Secondo l’ex marito di Chiara Ferragni, il rapper non può accusare gli altri di silenzio se lui stesso ha avuto collaborazioni con aziende che, a suo dire, non si sono distinte per una posizione contraria al conflitto: “Non è una colpa, semplicemente perché non ti eri interessato al tema. Io non te ne faccio una colpa, ma tu non puoi dare la colpa agli altri“.
Infine, ha espresso il timore che l’intervento del collega possa avere secondi fini legati alla promozione musicale: “Io spero che questo post non sia l’annuncio di un nuovo singolo perché se fosse realmente così, tu passeresti dallo stop al genocidio allo spot al genocidio“.